martedì 28 marzo 2017

Abiti e scarpe che ci fanno ammalare!



A seguito di una interessante conversazione con un'oncologa ho deciso di approfondire l'argomento da quest'ultima suggerito. L'oncologa in questione mi parlava dell'estrema tossicità che in alcuni casi provoca il cancro delle sostanze contenute in vestiti e scarpe.
Ho approfondito l'argomento partendo dai prodotti su bancarelle di produzione cinese fino ad arrivare ai grandi marchi.
E' certo ormai che i prodotti cinesi contengono sostanze altamente dannose per la salute come formaldeide, piombo, cadmio, nichel, ftalati....
Attenzione però anche ai grandi marchi, perchè quando leggiamo sulle etichette “made in Italy” non abbiamo la certezza che il prodotto sia stato realizzato interamente nel nostro Paese. Una azienda può fabbricarlo in Cina, dove non ci sono controlli e poi spedirlo in Italia per gli ultimi ritocchi.
Se crediamo poi che acquistare fibre naturali come il cotone o la seta ci metta al sicuro è sbagliato, perché non è tanto la materia prima utilizzata a essere incriminata, ma i processi di lavorazione che questa subisce, e i materiali con cui viene trattata prima di finire sullo scaffale /bancarella / cassetto : coloranti, sbiancanti, fissatori, anti-piega, antiossidanti, ammorbidenti, detergenti, antistatici, antimuffa, stabilizzanti, solubilizzanti e ignifuganti funghicidi che nel prodotto finale lasceranno inevitabilmente tracce, più o meno elevate, di  sostanze tossiche, molte delle quali fortemente allergizzanti, alcune potenzialmente cancerogene.
Se pensiamo di superare il problema rivolgendoci ai tessuti bio, sbagliamo nuovamente, spesso la dicitura “bio” o “organico” sull’etichetta non corrisponde a verità o è riferita a una percentuale marginale di fibra. Succede anche che sia “bio” il cotone ma non la lavorazione effettuata, non essendo ancora state definite chiare procedure di controllo come nel settore alimentare. In altre parole si tratta spesso solo di pubblicità.
I capi colorati, soprattutto neri, blu e in parte anche rossi, sono senz’altro quelli più pericolosi perché potrebbero nascondere anche tracce di nickel.. 
Una ricerca effettuata da Greenpeace ha rilevato la presenza dell’NPE in due terzi dei capi di abbigliamento testati, compresi quelli di grandi e noti marchi multinazionali che hanno sedi di produzione extraeuropee. Questa sostanza attacca gli ormoni, minacciando la fertilità, la crescita e lo sviluppo sessuale.
Il quadro delineato è piuttosto allarmante e ci tornerò non appena avrò acquisito nuovi dati.

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