Leggete questo articolo contiene informazioni utili, è firmato dal Dr. Filippo Ongaro.

Chissà per quanto i nostri “esperti” con­ti­nue­ranno a soste­nere che le vita­mine non ser­vono o addi­rit­tura che fanno male? E’ curioso come que­sta posi­zione sia pale­se­mente in con­tra­sto con la let­te­ra­tura scien­ti­fica e anche con l’opinione dei medici più inno­va­tivi e auto­re­voli in giro per il mondo. E allora per­ché que­sto atteg­gia­mento retro­grado e poco scien­ti­fico? Per­ché negare l’evidenza sulle vita­mine e sulle pro­prietà pre­ven­tive e cura­tive di molti nutrienti e fito­te­ra­pici e invece chiu­dere non un occhio ma entrambi gli occhi sugli effetti col­la­te­rali e sull’inefficacia di molti, troppi far­maci? Badate bene i far­maci ser­vono eccome. Ma non tutti, non così tanti, non così pre­co­ce­mente nell’evoluzione di una malat­tia e non in modo così poco personalizzato.
Sulle vita­mine e su altri cosid­detti inte­gra­tori si assi­ste ad un bat­ta­glia che ha del ridi­colo: si costrui­scono a tavo­lino studi per dimo­strarne l’inefficacia (indo­vi­nate chi li finan­zia?) e ci si dimen­tica dell’enorme quan­tità di studi che al con­tra­rio ne indi­cano un ruolo pre­ven­tivo e per­fino tera­peu­tico. Ci si pre­oc­cupa delle tos­si­cità (raris­sime e frutto di tera­pie errate) e non delle carenze pre­senti invece in un numero enorme di indi­vi­dui. Si arriva per­fino a par­lare di “lobby dei pro­dut­tori di vita­mine” in un mondo medico vio­len­tato ogni istante dalle vere lobby, quelle delle mul­ti­na­zio­nali dei far­maci. Non è que­sto il luogo per elen­care tutta la ricerca a soste­gno di ciò che dico. Chiun­que voglia saperne di più può facil­mente appro­fon­dire. Ma ne voglio citare solo una. Nel numero di giu­gno della pre­sti­giosa rivi­sta FASEB (The Jour­nal of the Fede­ra­tion of Ame­ri­can Socie­ties for Expe­ri­men­tal Bio­logy), Bruce Ames, pro­fes­sore eme­rito dell’Università di Ber­ke­ley, e Joyce McCann hanno pub­bli­cato un arti­colo che ha l’autorevolezza per chiu­dere per sem­pre il dibat­tito sulle pro­prietà tera­peu­ti­che di vita­mine e altri nutrienti. Ames da anni pub­blica lavori sul ruolo delle vita­mine nella com­plessa mac­china bio­chi­mica dell’organismo e anche sul peri­colo di carenze anche lievi ma dura­ture nel tempo, come quelle a cui siamo espo­sti noi uomini moderni. Ames ha chia­mato l’insufficiente apporto vita­mi­nico a cui siamo espo­sti long latency defi­cien­cies, ossia carenze cro­ni­che che non cau­sano una vera avi­ta­mi­nosi come nello scor­buto o nella pel­la­gra ma sov­ver­tono la bio­chi­mica cel­lu­lare, le capa­cità di auto­ri­pa­ra­zione del DNA e quindi favo­ri­scono l’insorgere delle tante malat­tie cro­ni­che che ci col­pi­scono. A com­mento di que­sto ultimo lavoro di Ames, il diret­tore della rivi­sta FASEB ha dichia­rato: “Que­sto stu­dio dovrebbe chiu­dere qual­siasi dibat­tito sull’importanza di assu­mere un buon mul­ti­vi­ta­mi­nico com­pleto tutti i giorni”. Vedremo se i nostri esperti leg­ge­ranno que­sto stu­dio o se con­ti­nue­ranno a fare finta di nulla.