martedì 17 maggio 2016

Network marketing: facciamo chiarezza!


I network marketing sono diventati una realtà sempre più diffusa. Ho molte riserve sulle particolari modalità di acquisto e di vendita; ma soprattutto sul reclutamento e trattamento degli acquirenti/venditori,  non rispettoso dellla normativa vigente in materia di lavoro.
Cosa è un network marketing? E' una metodologia di comunicazione e di vendita che molte aziende, soprattutto estere, hanno adottato negli ultimi 10/15 anni. Nel network marketing ogni lavoratore/acquirente/venditore crea con ogni mezzo (passaparola, telefono, social media, amicizie) una rete di persone attorno a lui per promuovere l’acquisto ed il consumo di un prodotto/servizio di quella società.
L’incentivo per stimolare ogni operatore ad essere sempre più produttivo è la percentuale sulle proprie vendite e su quelle dei propri “sottoposti” in rete.
Ho partecipato ad una riunione di questi network, sono rimasta davvero sconvolta, l'atmosfera è quella di una festa con musica, balli, frasi ad effetto, gesti come abbracci, pacche sulle spalle e continui applausi. Una sorta di strategia per confondere e "pompare" i singoli partecipanti/venditori a continuare in questo  business.
I prodotti sono vari: cosmetici, prodotti per la casa, integratori alimentari e polizze assicurative.
Si parla di reddito passivo e di guadagno/provvigione.
Il reddito passivo è il risparmio, a loro dire, derivante dagli acquisti che ogni partecipante al network è costretto a fare!
Per guadagno/ provvigione si intende ciò che deriva in percentuale dagli acquisti che fanno coloro che tu hai fatto entrare nel network. 
Ne deriva che tutti devono acquistare solo quei prodotti con quel marchio, che una volta esauriti parenti ed amici l'attività subisce uno stallo, ma questo all'azienda non interessa poichè altre persone porteranno altri parenti ed amici e così all'infinito. L'azienda ci guadagna sempre!
Solitamente si tratta di prodotti a prezzi esorbitanti che non valgono il loro costo
Facciamo alcuni esempi di network marketing: Avon, Amway, Herbalife, Xango, Jeunesse Global, FM Group.
Se poi vogliamo spostare l'accento sull'aspetto guadagno/provvigione, vi faccio l'esempio di Herbalife, il network più conosciuto in assoluto, secondo i dati di Herbalife l’88% dei distributori non guadagna niente. Ma la media dei guadagni del 99,24% e’ di circa 80 euro annui lordi. Questi dati sono comuni alla stragrande maggioranza dei network ed anzi Herbalife presenta una leggera maggior facilita’ di guadagno rispetto a network meno conosciuti. A conti fatti solo lo 0,58% dei distributori Herbalife ha un profitto netto.

5 commenti:

  1. Ciao Maria, mi permetto di dare una mia diretta opinione lavorando da un po di tempo per un azienda di Network.
    Ti dico dipende dall'azienda. Noi non saltiamo, non ci diamo le pacche sulle spalle, nn cantiamo, non balliamo, non ci diciamo frasi per pomparci etc etc.. io parlo ovviamente della mia azienda un'azienda seria, solida e con prodotti di ottima qualità; direi che non sono cari piuttosto sono costosi che c'e' una bella differenza, la materia prima e' la base della qualità del prodotto e l'azienda investe molto in questo (poi dobbiamo tener conto degli ingredienti se mi paragoni un trucco kikko con uno dei nostri certo che il nostro e'piu' caro ma i nostri prodotti sono privi di petrolio e derivati,parabeni,tensioattivi aggressivi, siliconi,ingr di origine animale,coloranti..sono certificati naturali dal Ministero e testati da dermatest, non testati su animali..)Io ci metto la faccia quando propongo un prodotto e lo vendo, con certezza ti dico che le aziende di network che stanno in piedi lo sono perche' hanno un buon prodotto altrimenti come tante sparirebbero. Lavorando esclusivamente con la vedita diretta se il prodotto nn e' buono il cliente non te lo ricompra e soprattutto non puoi ingannarlo prenderlo in giro.
    Non sono molto d'accordo sul discorso guadagni, anche qui mi sa che c'e' molta confusione e spesso non e' cosi'. La vendita del porta a porta e' regolata da una legge, il networker e' un venditore porta a porta che guadagna sulla vendita diretta e sul fatturato del suo gruppo senza togliere nulla a nessuno siamo tutti allo stesso livello e abbiamo tutti le stesse possibilità e piano guadagni, e' l'azienda direttamente che ci premia e ci riconosce un bonus per il lavoro che svolgiamo... non vedo nulla di così scandaloso. Poi certo c'e di tutto in giro.
    Anche Notai, Avvocati, Commercialisti, Imprenditori e mettici chi vuoi hanno talvolta guadagni esorbitanti per quello che offrono e spesso di scarsa professionalità e qualità, ma nessuno si scandalizza per questo e chi ci rimette e' sempre il cliente, certo non tutti.
    Purtroppo ci sono state aziende di network negli anni passati che hanno fatto disastri lavorando spesso nell'illegalità e hanno influenzato l'opinione delle persone che tutt'ora hanno, io posso dirti per l'esperienza che sto vivendo che non e' così, bisogna scegliere l'azienda giusta. Anzi ti diro' che trovo piu' soddisfazione, gratificazione e meriti qui che in ufficio dove non esistono.
    Poi non capisco cosa intendi quando parli di "soprattutto sul reclutamento e trattamento degli acquirenti/venditori, non rispettoso della normativa vigente in materia di lavoro".
    Poi scrivi "Il reddito passivo è il risparmio, a loro dire, derivante dagli acquisti che ogni partecipante al network è costretto a fare" non mi trovi d'accordo neppure in questa affermazione.. nessuno costringe nessuno, nessuno mi obbliga ad acquistare, nessuno m'impone di fare un fatturato, posso dire che sono libera ed indipendente di lavorare o meno in base alla mia disponibilità di tempo. Il reddito passivo e' un reddito che deriva da un lungo lavoro di crescita del gruppo e che ogni singola persona puo' crearsi.. io la chiamo la mia pensione che certo non aspettero' a 65 anni per godermela(se me la daranno e quanto mi daranno?) a godermela decidero' io quando e stabiliro' io quanto...
    A conclusione non facciamo di tutta l'erba un fascio, la mela marcia c'e' daperttutto il problema e' che ne basta una perche' anche le altre vengano considerate tali; dobbiamo avere una visione piu' libera da stereotipi e dal "sentito dire".
    Non me ne volere ma non potevo non intervenire in un post che mi coinvolgeva direttamente.
    Baci a presto.

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  2. Cara Cristiana intendo dire che coloro che prendono le provvigioni non sono titolari di partita iva ma neanche dipendenti, si tratta di lavoratori che sono privi di qualsivoglia tutela!Maria

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    1. Non Maria mi dispiace ma non e' così: fino all'importo di circa 6.000,00 annui le provvigioni vengono corrisposte al netto della ritenuta d'imposta(irpef) superata quella soglia bisogna aprire la partita iva (ripeto L.173/2005) e si rientra in un regime speciale del venditore porta a porta(IVA 22%, trattenuta imposta del 23% sul 78% dell'imponibile, iscrizione INPS dove 1/3 e'a carico nostro e 2/3 a carico dell'azienda) siamo esclusi quindi dalla dichiarazione redditi (trattenuta imposta non d'acconto) esclusi dall'IRPAP esclusi da studi di settore o indici.
      Siamo dei veri e propri imprenditori di noi stessi e siamo regolamentati e tutelati tanto quanto un professionista/imprenditore, versiamo tasse e contributi attraverso le trattenute (le versa l'azienda per conto nostro) e ogni anno a febbraio riceviamo regolarmente il CUD.
      L'università Bocconi di Milano l'anno prossimo avviera' un corso di studi su questa materia proprio perche' e' l'unico settore che non risente di crisi ed e' un continua crescita ed espansione diventando quindi materia di studio e approfondimento.
      Mi dispiace chi ti ha fornito queste informazioni non e' per nulla informato bene.
      Ciao e buona giornata

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  3. Prendo atto di quello che mi dici, ma nonostante la normativa vigente non c'è mai stata la volontà di regolare in modo chiaro e efficace questo sistema di vendite /distribuzione. L'attuale legge è piena di zone d'ombra e queste zone d'ombra fanno comodo a tutti. Quando poi non esiste un prodotto, ma solo un servizio (vedi polizze assicurative), diventa quasi impossibile fare un distinguo tra cose serie e truffe. Sicuramente è un settore in evoluzione in cui non tutte le società operano correttamente, alcune delle società che ho menzionato infatti hanno anche pendenze legali in questo senso. Grazie, Maria

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  4. Vero concordo quando dici che se non esiste un prodotto ma solo un servizio..., società ingannevoli o che lavorano al limite della legalità ve ne sono tantissime e in tutti i settori.
    La legge che io conosco bene sia per il mio lavoro ma anche perche'mi coinvolge direttamente, regola la figura dell'attività della vendita diretta a domicilio e dell'incaricato alla vendita diretta art 1 L.173/05, mentre l'art 25bis DPR 633/72 regola l'aspetto delle imposte sui redditi, l'art 44 del D.L. 269/2003 obbliga invece ad essere iscritti alla gestione separata dell'INPS quando il reddito annuo lordo supera il limite dei 6.400,00 euro.
    Oggi con i mezzi che abbiamo e' nostro dovere informarci, aggiornarci prima di contrarre qualsiasi tipo contratto, soprattutto se non si conosce molto bene cosa stiamo acquistando.
    Per quanto riguarda il settore servizi sinceramente non sapevo nemmeno esistesse un network ma anche se non ci fosse abbiamo comunque esempi di alcune compagnie assicurative e Istituti bancari che di trasparenza e correttezza nella vendita dei loro prodotti non vedo molta.
    Torno a ripetere INFORMIAMOCI mezzi ve ne sono e non possiamo piu' dire non lo sapevo.
    Comunque Maria al di la di tutto io ti ringrazio per le tue ricerche e denuncie sono sempre molto interessanti e le leggo sempre molto volentieri, nel caso specifco ho soltanto voluto precisare alcuni aspetti perche' ritenevo mio dovere dare una giusta informazione oltre alle tue giuste osservazioni.
    Ciao e buon lavoro.

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