Un'amica di Toluna ha scritto questo articolo davvero molto interessante, che mi ha consentito di condividere con tutti voi. Grazie Sorallella.
La parola d’ordine è riciclare. Che cosa? Mobili,
elettrodomestici e tutto ciò che è possibile far tornare se non nuovo
efficiente ed esteticamente gradevole. Un piccolo tesoro da vendere,
distribuire gratuitamente alle famiglie meno abbienti o da impiegare per
arredare case popolari, uffici pubblici, sedi di associazioni onlus. Si
chiama Centro del riuso il grande laboratorio di riciclaggio in via di
realizzazione a Capannori, comune lucchese di 46 mila abitanti, 156
chilometri quadrati divisi in quaranta frazioni, primo polo europeo
della produzione della carta, un piccolo aeroporto strappato alla
concorrenza dei russi e diventato pubblico.
RICAVI – Il progetto, appena approvato dalla giunta di centrosinistra, è una notizia in un’epoca di consumismo sfrenato e di «usa e getta» e potrebbe diventare una linea guida per molti comuni spreconi. Il centro partirà a settembre nella frazione di Lammari dove è stata appena inaugurata una stazione ecologica per il riciclaggio dei rifiuti in collaborazione con la Caritas diocesana, alcune associazioni e una cooperativa. Il funzionamento è semplice. «I cittadini con mobili ed elettrodomestici che vogliono sostituire telefonano al Comune – spiega il sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro (Pd) – e da qui parte un camion a ritirarli gratuitamente. Poi, nel centro del riuso, alcuni tecnici sistemano i mobili e gli elettrodomestici. Infine quest’ultimi sono impiegati per ammobiliare case e uffici pubblici, sono regalati alle famiglie meno abbienti e in alcuni casi venduti. In quest’ultimo caso i ricavi sono destinati a investimenti per progetti ambientali».
BUONA PRATICA – Tre i vantaggi del riciclo. «Intanto gli oggetti ritirati e riparati non diventano rifiuti da smaltire nelle discariche sempre più piene – spiega il sindaco -. Poi il riuso è un esempio di buona pratica sociale: l’amministrazione permette alle fasce deboli della popolazione di non dover spendere per arredare casa e garantisce loro un mobilio risistemato e ammodernato a costo zero. Infine si riducono le spese di smaltimento e sociale del Comune. Come per esempio il contributo comunale per acquistare mobili». Chi giudica il progetto una sorta di connubio per un «arredamento-spazzatura» è nel torto. Gli esperti riciclatori della cooperativa e del comune sono veri maghi del riciclo e capaci di trasformare mobili decrepiti e malridotti in graziosi oggetti da arredamento. Che a volte può essere persino chic. In una villa sulle colline della Versilia, a due passi dalla mondana Forte dei Marmi una nobile signora si è divertita ad arredare la sua villa con mobili trovati nelle discariche. Il risultato è stato straordinario. «Una volta un fotografo mi chiese persino di fare un servizio per una rivista di moda», racconta.
RICAVI – Il progetto, appena approvato dalla giunta di centrosinistra, è una notizia in un’epoca di consumismo sfrenato e di «usa e getta» e potrebbe diventare una linea guida per molti comuni spreconi. Il centro partirà a settembre nella frazione di Lammari dove è stata appena inaugurata una stazione ecologica per il riciclaggio dei rifiuti in collaborazione con la Caritas diocesana, alcune associazioni e una cooperativa. Il funzionamento è semplice. «I cittadini con mobili ed elettrodomestici che vogliono sostituire telefonano al Comune – spiega il sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro (Pd) – e da qui parte un camion a ritirarli gratuitamente. Poi, nel centro del riuso, alcuni tecnici sistemano i mobili e gli elettrodomestici. Infine quest’ultimi sono impiegati per ammobiliare case e uffici pubblici, sono regalati alle famiglie meno abbienti e in alcuni casi venduti. In quest’ultimo caso i ricavi sono destinati a investimenti per progetti ambientali».
BUONA PRATICA – Tre i vantaggi del riciclo. «Intanto gli oggetti ritirati e riparati non diventano rifiuti da smaltire nelle discariche sempre più piene – spiega il sindaco -. Poi il riuso è un esempio di buona pratica sociale: l’amministrazione permette alle fasce deboli della popolazione di non dover spendere per arredare casa e garantisce loro un mobilio risistemato e ammodernato a costo zero. Infine si riducono le spese di smaltimento e sociale del Comune. Come per esempio il contributo comunale per acquistare mobili». Chi giudica il progetto una sorta di connubio per un «arredamento-spazzatura» è nel torto. Gli esperti riciclatori della cooperativa e del comune sono veri maghi del riciclo e capaci di trasformare mobili decrepiti e malridotti in graziosi oggetti da arredamento. Che a volte può essere persino chic. In una villa sulle colline della Versilia, a due passi dalla mondana Forte dei Marmi una nobile signora si è divertita ad arredare la sua villa con mobili trovati nelle discariche. Il risultato è stato straordinario. «Una volta un fotografo mi chiese persino di fare un servizio per una rivista di moda», racconta.
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