Ho trovato molto interessante questo articolo derivante da un'intervista ad un medico che per la prima volta parla della necessità di deprescrizionare, troppi farmaci, anche inutili, utilizzati per troppo tempo unitamente ad altri che causano problemi di interazione ed effetti collaterali. 
"Ranit Mishori, medico di medicina generale e docente alla Georgetown University, riflette sulle virtù della ‘deprescrizione‘. “Pochi
 farmaci sono stati ideati per essere usati per sempre e tutti hanno 
potenziali effetti collaterali, inclusa la dipendenza. E’ il caso degli 
oppioidi, di alcuni anti-ansia e di alcuni medicinali per dormire“,
 sottolinea l’esperta illustrando la sua tesi sul ‘Washington Post’. Nel
 mirino della dottoressa l’eccesso di medicinali prescritti forse con 
leggerezza ad alcuni pazienti, specie anziani, e mai interrotti o 
ridotti. A complicare le cose il mix di principi attivi che si 
ingurgitano quando si soffre di diverse patologie, complice anche l’età.
 Secondo alcuni studi, circa il 20% dei pazienti adulti prende 5 o più 
farmaci e negli over 65 questo dato passa al 30-70%. “Dobbiamo riconoscere che ci sono norme professionali e culturali che ci spingono a prescrivere e a farlo in eccesso. Noi medici – afferma la Mishori –
 dobbiamo uscire dalla nostra zona di conforto. Sì, è più facile tenere 
qualcuno sotto un farmaco e stilare la ricetta quando chiama la 
farmacia, ma dobbiamo chiederci se è la cosa migliore per il paziente. 
Dobbiamo smettere di aver paura di causare danno con la deprescrizione“. “Non si tratta certo di una paura irrazionale – ammette la dottoressa – In
 effetti molti farmaci devono essere interrotti gradualmente, perché 
farlo di colpo potrebbe essere pericoloso. Ma dobbiamo essere sicuri di 
trattare il paziente, non la malattia. Questo significa pensare, mentre 
decidiamo se e cosa prescrivere, all’età del paziente, alle altre sue 
malattie e alla sua aspettativa di vita. Come medici dobbiamo chiederci,
 ad esempio, ma io dovrei prescrivere a una donna di 87 anni con un 
cancro metastatico, un farmaco per abbassare il colesterolo? La risposta
 è probabilmente no: è altamente improbabile che la paziente benefici di
 questo farmaco ed è al contrario molto probabile che soffra delle 
interazioni con altri medicinali“. Ma la realtà è differente. “Ci sono molti più incentivi per i medici a prescrivere un medicinale piuttosto che a interromperlo“, sostiene. Invece per Mishori “occorre
 creare incentivi per consentire ai medici delle cure primarie di 
passare un tempo adeguato con i nostri pazienti per prescrivere 
correttamente, interrompere medicinali” che non sono più utili e “monitorare attentamente le reazioni quando un farmaco viene interrotto. Da parte mia – promette – cercherò di farlo nel 2017“.






