Interessante l'articolo del Dr. Filippo Ongaro a proposito dei dolcificanti sintetici, vi riporto uno stralcio.
Chi si occupa seriamente di nutrizione e prevenzione sa benissimo da molto tempo che i dolcificanti sintetici come aspartame, saccarina, sucralosio e altri non sono dei validi sostituti dello zucchero e sa anche che lo zucchero non va sostituito ma molto semplicemente eliminato o lasciato solo per qualche rara occasione di festa.
Sullo zucchero esistono, infatti, numerosi dati a sostegno dei suoi effetti negativi sulla salute ma la sua presenza purtroppo è ancora ubiquitaria e il suo uso continua a imperversare.
Per quello che riguarda i dolcificanti, se ne discute da anni e la maggior parte degli studi indipendenti parla di molti potenziali effetti negativi ma gli studi finanziati dalle aziende invece ne sostengono l’assoluta innocuità.
Ora un nuovo studio pubblicato su Nature indica che alcuni dolcificanti aggraverebbero perfino quei problemi che si prefiggono di risolvere. Sembra, infatti, che aspartame, saccarina & co.
 favoriscano l’aumento di peso tramite un incremento della 
glicemia e un sovvertimento della flora batterica intestinale.
Come accade troppo spesso molti esperti intervistati sull’argomento
 si sono immediatamente lanciati nella solita tiritera di commenti
 rassicuranti. “È un dato importante” dicono “ma è presto per 
lanciare allarmismi”. In sostanza, l’invito è a non preoccuparsi e
 a continuare ad usare questi prodotti facendo così contente le 
aziende che li producono. Al di là della necessità di ulteriori 
conferme c’è da chiedersi qual è il pericolo concreto di 
questo allarmismo se non quello di contribuire a ridurre le 
vendite di questi prodotti? Non è forse più logico suggerire che in
 attesa di conferme è meglio evitare di usare questi prodotti?
 Non abbiamo già visto la stessa strategia fallimentare essere 
adottata con fumo, alcol e altre sostanze dannose sulle quali per anni
 la comunità scientifica ha chiuso gli occhi facendo un danno ai 
consumatori? Non sarebbe meglio avviare una discussione con le 
industrie alimentari per modificare alcuni processi produttivi 
già ora piuttosto che essere costretti poi a drastiche misure 
più tardi?
Un utile consiglio per la salute ed il nostro portafogli, dato il costo rilevante di questi prodotti. 
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