A seguito di una interessante conversazione con un'
oncologa ho deciso di approfondire l'argomento da quest'ultima suggerito. L'oncologa in questione mi parlava dell
'estrema tossicità che in alcuni casi provoca il cancro delle sostanze contenute in vestiti e scarpe.
Ho approfondito l'argomento partendo dai prodotti su bancarelle di produzione cinese fino ad arrivare ai grandi marchi.
E' certo ormai che i prodotti cinesi contengono sostanze altamente dannose per la salute come formaldeide, piombo, cadmio, nichel, ftalati....
Attenzione però anche ai grandi marchi, perchè quando leggiamo sulle etichette “made in Italy” non abbiamo la certezza
che il prodotto sia stato realizzato interamente nel nostro Paese. Una
azienda può fabbricarlo in Cina, dove non ci sono controlli e poi
spedirlo in Italia per gli ultimi ritocchi.
Se crediamo poi che acquistare fibre naturali come il cotone o la seta ci
metta al sicuro è sbagliato, perché non è tanto la materia prima
utilizzata a essere incriminata, ma i processi di lavorazione
che questa subisce, e i materiali con cui viene trattata prima di
finire sullo scaffale /bancarella / cassetto : coloranti, sbiancanti,
fissatori, anti-piega, antiossidanti, ammorbidenti, detergenti,
antistatici, antimuffa, stabilizzanti, solubilizzanti e ignifuganti
funghicidi che nel prodotto finale lasceranno inevitabilmente tracce,
più o meno elevate, di sostanze tossiche, molte delle quali fortemente allergizzanti, alcune potenzialmente cancerogene.
Se pensiamo di superare il problema rivolgendoci ai tessuti bio, sbagliamo nuovamente, spesso la dicitura “bio” o “organico” sull’etichetta non
corrisponde a verità o è riferita a una percentuale marginale di fibra.
Succede anche che sia “bio” il cotone ma non la lavorazione effettuata, non essendo ancora state definite chiare procedure di controllo come nel
settore alimentare. In altre parole si tratta spesso solo di
pubblicità.
I capi colorati, soprattutto neri, blu e in parte anche rossi, sono senz’altro quelli più pericolosi perché potrebbero nascondere anche tracce di nickel..
Una ricerca effettuata da Greenpeace ha rilevato la presenza dell’NPE in
due terzi dei capi di abbigliamento testati, compresi quelli di grandi e
noti marchi multinazionali che hanno sedi di produzione extraeuropee. Questa sostanza attacca gli ormoni, minacciando la fertilità, la crescita e lo sviluppo sessuale.
Il quadro delineato è piuttosto allarmante e ci tornerò non appena avrò acquisito nuovi dati.